Stile inglese e stile italiano a confronto
Dopo moltissimo tempo di assenza, finalmente, pubblichiamo un nuovo post sul nostro blog.
Quando si parla di eleganza classica, sono sempre due le nazioni a cui si fa riferimento: l'Inghilterra e l'Italia. Lo stile italiano e lo stile inglese sono molto diversi, sia per i tessuti, che per il taglio degli abiti, nonostante le regole base del vestire siano più o meno le stesse. In questo articolo, abbiamo pertanto pensato di confrontare questi due stili.
Lo stile inglese
L'eleganza a cui oggi diamo l'attributo di "classica" affonda le sue radici proprio in Gran Bretagna. L'Inghilterra può pertanto essere considerata la "patria" dell'eleganza classica maschile. Infatti la camicia e la cravatta, due elementi fondamentali per un vero gentiluomo, sono entrambi nati nel Regno Unito. Il primo prototipo di camicia, infatti, venne presentato dalla Brown, Davis & Co, con sede ad Aldermanbury, Londra, mentre la cravatta nacque, come abbiamo spiegato qui nel dettaglio, quando i membri dell'Exeter College di Oxford si legarono sul collo della camicia i nastri dei loro cappelli.
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Gli inglesi sono senza dubbio molto affezionati alle loro tradizioni e non è raro che in un matrimonio lo sposi indossi il tight, così come è molto più facile che in una cena molto formale, i commensali inglesi indossino lo smoking (e raramente perfino il frac!).
I tessuti inglesi
Lo stile inglese si differenzia da quello italiano innanzitutto per i tessuti: essendo l'Inghilterra un paese nordico, si utilizzano tessuti più pesanti rispetto a quelli continentali. Alcuni tra i più famosi sono il Tweed, il Principe di Galles, il Blue Pinstripe e il Grey Pinstripe.
Il Tweed
Il Tweed è un tessuto nato per combattere il freddo pungente della campagna inglese e pertanto è pesante, ruvido e caldo. L'autentico tweed è un tessuto a trama grossa, generalmente di colore marrone, verde o a quadri. La giacca dell'abito in tweed, a differenza delle altre giacche inglesi, ha un unico spacco e tre bottoni, mentre i pantaloni sono sfoderati. Nel continente europeo è nata una variante più "comoda" del tradizionale tweed britannico, che può essere usata anche in ambienti più caldi, caratterizzata da calzoni foderati e da un tessuto più morbido e liscio.
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Un tradizionale tre pezzi in tweed |
Tuttavia, il tweed autentico è quello inglese, un po' rustico, forse, ma del resto era indossato principalmente durante le battute di caccia che si svolgevano all'aperto e ai pranzi che le seguivano, nei quali si consumavano le prede nelle fredde case di campagna.
Il tessuto Principe di Galles
Per quanto nel continente europeo un abito in Principe di Galles sia considerato molto formale, adatto per l'uomo d'affari e per andare al lavoro, in madrepatria, invece, viene indossato principalmente il fine settimana in contesti semi formali.
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La leggenda più diffusa sulla nascita di questo tessuto narra che durante il 1800, dei ricchi possidenti britannici si stabilirono in Scozia. Poiché non potevano adottare degli abiti con i disegni dei clan locali, per loro fu ideato un nuovo tessuti a quadri, chiamato District Check o anche Glenurquhart (dal nome di una valle scozzese).
Il nome di Prince of Wales, deriva dal fatto che fu indossato fin dal XIX secolo dagli eredi al trono britannico. La sua popolarità in tal senso la si deve a Edoardo VIII, duca di Windsor e principe di Galles dal 1910 al 1936.
Il Blue Pinstripe e Grey Pinstripe
Il Blue Pinstripe è il tradizionale tessuto a righe chiare su sfondo blu. Si tratta indubbiamente di un tessuto formale, utilizzato spesso in contesti lavorativi. Una sua variante molto famosa (forse addirittura più famosa dell'originale) è il Grey Pinstripe che, invece, ha il fondo grigio.
Quest'abito, prediletto da banchieri, azionisti, politici, broker e avvocati inglesi, ha avuto larghissimo successo, in particolare nella variante più scura (considerata la più elegante e conservatrice) ed è proprio per questa passione per l'abito grigio, che si dice che gli inglesi si vestono come "topi grigi".
L'abito inglese
Un abito inglese è, per prima cosa, comodo. La giacca ha due spacchi e cade morbidamente sui fianchi, le spalle sono leggermente imbottite e i revers sono ampi. Spesso l'apertura sul rever sinistro presenta anche un'asola che serviva per far infilare il fiore all'occhiello, accessorio ormai quasi dimenticato, ma un tempo indispensabile per un vero gentleman inglese. I pantaloni sono quasi sempre sostenuti dalle bretelle e non hanno mai il risvolto.
Le versioni più classiche e formali di un abito inglese sono il tre pezzi e il doppiopetto. In un paese freddo come il Regno Unito, è costume, in un occasione informale, sostituire il panciotto dell'abito con i tradizionali jumpers (maglioni) colorati.
Eleganza in UK oggi
Recentemente ho letto una storiella simpatica che inquadra perfettamente la situazione attuale dell'eleganza nel Regno Unito.
"Non molto tempo fa, un ricco gentiluomo si recò in Inghilterra. Fin dalla tenera età era stato educato secondo le regole dell'eleganza maschile inglese. Giunto a destinazione, salì in macchina e si fece portare in città. Quando arrivarono il nostro gentiluomo disse all'autista: «Scendi dalla macchina e dimmi come sono vestiti gli inglesi». L'autista obbedì e, rientrato, rispose: «Signore, qui vestiti come gli inglesi ci siamo solo lei ed io!»"
Purtroppo, infatti, nel Regno Unito dalla fine degli anni '90, l'eleganza classica è stata lentamente abbandonata. I gentiluomini inglesi che seguono ancora le regole classiche sono ormai pochi e la maggior parte di loro appartiene all'aristocrazia. Tuttavia, per le vie di qualche città in Gran Bretagna, può capitare di incontrare qualche gentiluomo vestito da vero inglese, segno di una voglia di ritornare all'eleganza classica che, speriamo, contagerà la maggioranza della popolazione britannica.
Lo stile italiano
Lo scrittore tedesco Bernhard Roetzel, autore dello storico manuale "Il Gentleman", forse con un po' di severità, scrive che "L'uomo italiano, invece, vuole far mostra di sé, della propria individualità e della propria importanza, di cui è pienamente consapevole. Tale convinzione gli è stata instillata dalla madre e dalla famiglia. Il suo abito deve quindi mettere in evidenza la sua unicità, non di certo con una grossolana stravaganza, bensì con una certa eleganza". Sicuramente, a differenza dell'abito inglese, quello italiano viene curato maggiormente nella sua estetica.
La sartoria italiana fiorisce a Napoli, dove si trovano alcune delle più grandi manifatture a livello nazionale, tra le quali le famose Rubinacci e Kiton.
Lo stile inglese, a differenza di quello italiano, è molto più rigido: la cravatta è un elemento essenziale in un abito inglese, mentre in Italia si tende ad evitarla in occasioni informali; un altro elemento tipicamente italiano è quello di tenere i polsini della camicia sbottonati sotto la giacca, o di non portare le calze in estate con i mocassini nelle occasioni informali.
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Tessuti italiani
Il clima mediterraneo, completamente diverso da quello britannico, richiede ovviamente tessuti differenti da quelli degli abiti inglesi. I tessuti italiani sono infatti leggeri e lisci e si contraddistinguono per i colori chiari, come panna, grigio e beige. I più importanti e freschi sono senza dubbio il lino, la lana e il cotone, ma per combattere gli inverni non mancano tessuti più pesanti. La sartoria napoletana, in particolare, ha il pregio di aver sempre mantenuto un importante contatto con quella inglese e la maggior parte delle manifatture di Napoli acquistava (e talune acquistano ancora oggi) i tessuti più pesanti nel Regno Unito.
L'abito italiano e lo spezzato
Nonostante i contatti con il Regno Unito e la grande attenzione verso le regole classiche dell'eleganza britannica, le sartorie italiane hanno apportato alcune differenze agli abiti inglesi, rendendoli più morbidi.
La prima differenza tra un abito italiano ed uno inglese sta senza dubbio nella vestibilità: l'abito italiano, infatti, è in generale più asciutto e più corto rispetto a quello britannico. La giacca inglese è il risultato dell'evoluzione delle antiche giacche settecentesche che erano particolarmente lunghe. Gli aristocratici inglesi, trovandole scomode per andare a caccia, le fecero accorciare. La giacca italiana prende spunto da quella inglese, ma viene ulteriormente accorciata e resa più aderente, per questioni estetiche, non certo pratiche!
In Italia, oltre al tradizionale abito (generalmente due pezzi), è molto apprezzato lo spezzato. L'utilizzo di uno spezzato è senza dubbio una soluzione molto più informale e casual, tuttavia per padroneggiare l'arte di abbinare due capi diversi, è necessaria molta esperienza: non sono solo i colori che devono star bene insieme, ma anche il tipo di tessuto (e quindi poi pesi dei tessuti).
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La sprezzatura
Sprezzatura è una parola nota in tutta il mondo per definire lo stile italiano; fu usata la prima volta da Baldassarre Castiglione nel suo trattato Il Cortegiano, in cui scriveva infatti: "E, per dir forse una nova parola, (bisogna) usar in ogni cosa una certa sprezzatura, che nasconda l’arte e dimostri ciò, che si fa e dice, venir fatto senza fatica e quasi senza pensarvi".
In conclusione
Dopo aver analizzato brevemente alcune delle principali differenze tra due stili molto diversi, ma che hanno molto in comune, possiamo concludere dicendo che, ovviamente, non c'è uno stile migliore, e che è importante saper adattare il nostro abbigliamento all'occasione. Un viaggio nella campagna britannica potrebbe essere un'ottima occasione per sfoggiare un bell'abito inglese in tweed, mentre per una vacanza nel Mediterraneo la scelta migliore è senza dubbio un abito chiaro italiano.
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