Galateo #2: Regole generali del buon contegno parte 1


Il buon contegno ha numerosissime regole che si sono formate nel corso dei secoli e che giungono a noi ormai consolidate. Mentre il tatto (di cui abbiamo parlato qui) dipende spesso della delicatezza di una persona, le regole del buon contegno hanno delle basi più o meno prescritte. In realtà non si può fare una vera e propria distinzione tra la delicatezza e il tatto: il bon ton, infatti, non è altro che il risultato della collaborazione della legge rigida e definita con il fine e personale senso del tatto.
Nei prossimi articoli sul galateo tratteremo nel dettaglio le regole nelle specifiche occasioni, mentre in questo tracceremo delle linee generali che valgono sempre in ogni situazione.

L'importanza delle gerarchie

Nonostante secondo la legge non v'è distinzione tra uomo e uomo, nella vita sociale esiste una'importante gerarchia che va rispettata e chi non vi si volesse adattare, commetterebbe una grande sconvenienza. Ad ogni modo, in una società grande e moderna come la nostra, non è sempre facile fissare con precisione l'ordine dei ranghi sociali, pertanto non offendiamoci quando qualcuno che riteniamo di rango inferiore ci viene preferito.

Come regola fondamentale teniamo a mente che:
-le signore precedono i signori;
-la gente in età precede i più giovani;

A queste due distinzioni fondamentali bisogna poi aggiungere numerose distinzioni secondo la posizione sociale e l'origine. Una volta le signore maritate avevano sempre la precedenza in confronto alle nubili, ma, purtroppo, questa distinzione oggi si è quasi completamente persa. Spesso lo stesso grado d'amicizia o di parentela può influire sull'ordine rango. P. e. in certi casi si porrà la propria sorella dopo una signora estranea della stessa età.
È bene ricordare anche che l'ospite (stabile) della casa deve ricevere speciali riguardi.
Persone ammalate o deboli vengono naturalmente poste in primo ordine.

Queste semplici e lineari regole si complicano ogni qual volta vengano in contraddizione tra loro: p. e. qual'è il limite d'età in cui una giovinetta deve venire trattata da adulta? Tuttavia, la situazione si complica ulteriormente quando nella stessa società, ci sono dei rapporti professionali (tra maestro ed allieva, capo e impiegata ecc.).

È costume che a chi possiede il più alto rango in una società spettino i diritti principali e sia considerato in ogni caso come persona onoratissima. Se ci sono tre posti, ad esempio, a lui spetta quello centrale, quindi segue il posto alla sua destra e così via. È sempre lui che decide l'argomento del discorso, comincia una discussione, la conclude e fa tutto a suo agio. Chi gli è sottoposto in grado lo lascia passare avanti, gli apre la porta. Inoltre il suo nome va sempre pronunciato prima degli altri, tranne nel caso di presentazione.

Regole generali (parte 1)

Il posto d'onore è sempre quello di destra e spetta a colui che è di rango maggiore. Di tre posti quello centrale è il posto d'onore sicché due signori prendono sempre in mezzo una signora e un signore quando accompagna due signore resta sempre alla loro sinistra.


Quando una persona di rango superiore cerca un posto per sedersi, dobbiamo sempre offrire il nostro. E così è l'inferiore di rango che deve sempre essere d'aiuto al superiore se, p. e., questi porta dei pacchi, così come se al superiore cade un oggetto, spetta all'inferiore raccoglierglielo. L'inferiore deve, pertanto, aiutare il superiore ad indossare il soprabito ed essere sempre pronto a simili piccoli servizi, ma sempre con franchezza e senza servilismo. Sarebbe un faux pas se una signora facesse questi piccoli servizi ad un signore poco conosciuto, tranne che in casi assolutamente eccezionali.
Un signore, al contrario, è sempre obbligato a compiere tali piccoli servizi ad una signora e, nel caso una signora si affidi alla compagnia d'un signore, spetterà a questo proteggerla ed aiutarla in tutto. Se la signora esprime un desiderio, il signore deve appagarlo subito, ovviamente entro i limiti delle possibilità. Se la signora si lamenta, p. e. di aver sete, il signore dovrà tosto procurarle da bere, se si lamenta di essere stanca, il signore dovrà prendere una vettura.

Quando si va a teatro è il signore che deve procurare il programma, quando si va in ristorante è sempre il signore a dover curarsi di un buon servizio. Il signore dovrà, inoltre, difendere la sua dama da tutti i disagi che il cattivo tempo può causare, dovrà ben guardarsi dal portarla in luoghi o strade poco sicuri e bui, insomma dovrà essere un cavaliere esemplare.
È bene, tuttavia, ricordare che al giorno d'oggi la cavalleria può sembrare molesta e ridicola: questo a causa della crescita sempre maggiore dell'emancipazione della donna. 

Se fosse necessario aiutare una signora, in strada, per le scale, su un mezzo pubblico o se fosse necessario sostenerla per impedirle di cadere, il gentiluomo terrà sempre a mente di toccarle soltanto la mano o il braccio. Se siamo di fronte alla signora la prendiamo per la mano, mentre se ci troviamo dietro o a fianco a lei, la pigliamo leggermente sotto il braccio inferiore, vicino al gomito. La regola prevede di sostenerla leggermente e, solamente in caso di bisogno assoluto, si può stringerle il braccio più forte.

Dopo aver passato alcune ore in società con delle signore, i signori non se ne possono andare per i fatti loro, ma devono sempre curarsi che le signore raggiungano casa loro. Quando un signore accompagna a casa una signora, dovrà sempre aspettare fuori dalla portone finché questo non si sia chiuso. Sarebbe una grande sgarbatezza lasciar aspettare una signora davanti al portone di casa finché non giunge il portinaio ad aprirle. Se una signora risiede in albergo, la regola prevede di accompagnarla fino all'ascensore e mai fino alla porta della sua camera.

Se un signore vuole essere cortese con una signora accompagnata da un signore, dovrà sempre rivolgersi prima al signore e mai domandare direttamente alla signora.

Si lascia sempre passare avanti una signora per una porta o per un passaggio stretto. Ma nel caso in cui la signora incontri impedimenti o abbia qualche spiacevolezza il signore deve andare avanti e lasciarsi seguire. Nell'entrare in un ristorante o in un qualsiasi locale è sempre l'uomo ad entrare per primo, per "esplorare" l'ambiente e verificare se sia o meno adatto alla signora in sua compagnia, e per evitare che questa, entrando per prima, apparentemente sola, attiri su di sé sguardi curiosi. Così anche quando si cerca un posto a teatro, ci si apre un varco tra la folla o si scende da un tram o da un treno, è sempre il signore il primo ad avanzare.
Proprio per questo motivo, ovvero evitare di attirare sguardi indiscreti sulla signora, salendo le scale l'uomo precede la signora, mentre scendendo è la signora a precedere l'uomo. Se, tuttavia, una signora mostra di voler andare avanti - cosa che una signora bene educata non farà mai! - il signore deve lasciarla passare e attendere qualche istante per non salirle immediatamente dietro.



Una persona ben educata si comporta sempre ed ovunque con tranquillità, naturalezza e spontaneità, mantenendosi un poco riservata.

Importante, anzi, importantissimo segno di rispetto verso il prossimo è quello di levar il cappello quando si entra in locali chiusi o incontrando una persona di nostra conoscenza (o di alto) all'aperto.

Quando ci si incontra con una signora, una regola da tenere a mente è quella di darle il passo in modo sufficiente, evitando di sfiorarla; a signore che passeggiano, non si può passare avanti correndo e, quando s'incontra una signora davanti ad una porta o passaggi stretti, si rimane indietro per lasciarla passare. Aprendo una porta, prima di lasciare la maniglia, dobbiamo aspettare che la signora dopo di noi, abbia afferrato la maniglia.

Accade spesso, anzi spessissimo!, che quando due persone cortesi si incontrano davanti ad una porta, vogliano lasciare passare entrambe prima l'altra e nessuna delle due accetti immodestamente la precedenza: in questo caso è bene non protrarre troppo a lungo la gara di cortesie e colui al quale viene offerto il passaggio per la seconda volta, accetti senz'indugio ringraziando.

Se ci capita di urtare involontariamente qualcuno, la scusa deve essere breve e sincera, come p. e. «Mi scusi!», «Scusi!», «La prego di scusarmi!». Molto raffinata è anche la parola francese «Pardon!». A queste formule è bene ricordarsi di rispondere sempre con un «Prego!» o un più elegante «Ma si figuri!». È naturale chiedere scusa nel caso dobbiamo importunare qualcuno chiedendogli p. e. di lasciarci passare o interrompendolo nel suo discorso. Le formule più adatta sono «Scusi se lo disturbo» o «Mi dispiace veramente di doverla importunare».
Quando siamo a tavola e p. e. abbiamo bisogno del sale o di un panino che si trova davanti al nostro vicino, non allunghiamo la nostra mano davanti al piatto o al viso del nostro vicino, ma, scuse premesse, chiediamogli gentilmente se può passarci l'oggetto di cui abbiamo bisogno. Le formule più adatte in questo campo sono a. e. «Scusi, signore, mi favorirebbe il sale per piacere?» o «Per cortesia, mi passa un panino?». In nessun caso, ovviamente, è permesso alzarsi e fare il giro della tavola per procurarci l'oggetto.

Anche avessimo il diritto di comandare è preferibile pregare. Questo è molto raccomandabile specialmente in rapporti con camerieri, conduttori ecc. Comandare si può solamente a chi è sottoposto del tutto, ma anche in questo caso la cortesia è sempre la scelta migliore.
Se veniamo pregati di fare qualche servizio, rispondiamo sempre con un «Volentieri!» od un «Si figuri, col massimo piacere!», mentre nel caso non fossimo in grado di soddisfare la richiesta, dobbiamo sempre scusarci, motivando ampiamente la causa «Mi dispiace/Sono spiacentissimo di non poterlo fare, ma...».


Se vogliamo fare un servizio a qualcuno, p. e. portargli le valigie o offrirgli l'ombrello, esordiamo sempre con un «Mi permette che prenda le sue valigie?» od un «Posso offrirle il mio ombrello?». Accettando un'offerta ringraziamo sempre con un «Grazie tante! Lei è molto gentile!», mentre se rifiutiamo, facciamolo sempre in modo cortese, dicendo a. e. «Non si disturbi, per carità!».


Mentre noi non dobbiamo mai attendere ringraziamenti per servizi resi agli altri, è fondamentale che noi non ci dimentichiamo mai di ringraziare quando sono gli altri a farci dei servizi. Spesso dire soltanto la parola 'grazie' è poco ed è meglio dire «Molte grazie», anche se l'espressione più elegante resta: «Lei è molto gentile...». A questi ringraziamenti si risponde sempre con un «Oh, ma si figuri!», oppure un «Niente affatto!» o un «Non c'è di che». Quando riceviamo delle lodi ringraziamo sempre con un «Ho fatto solo il mio dovere, lei mi confonde colla sua gentilezza!».

Queste regole non valgono solo con le persone che conosciamo poco, ma anche con conoscenti ed amici. Questi sono, infatti, dei documenti che dimostrano un interessamento personale che è necessario dimostrare anche a persone che conosciamo da lungo tempo. Quando incontriamo un conoscente, ci informiamo della salute loro e dei loro familiari; naturalmente non occorre farlo ogni giorno, ma di tanto in tanto. Quando ci incontriamo con un parente, un amico od un conoscente ammalato dobbiamo innanzitutto informarci sulla loro salute e cercare di andarlo a trovare quando possibile.

Se avviene qualche cambiamento piacevole nella vita di un nostro amico, non dimentichiamo di porgergli le nostre congratulazioni, così come, nel caso di un avvenimento deplorevole p. e. in un caso di morte, di esprimergli le nostre condoglianze.



F.M.C.

Commenti

Post più popolari